Bagnasco vuole il voto segreto ? Ha scambiato il Parlamento per un confessionale

Il cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova e presidente della Cei, è intervenuto 'a gamba tesa' su questioni che non lo riguardano. «Ci auguriamo - ha detto - che il dibattito in Parlamento e nelle varie sedi istituzionali sia ampiamente democratico, che tutti possano esprimersi, che le loro obiezioni possano essere considerate e che la libertà di coscienza su temi fondamentali per la vita della società e delle persone sia, non solo rispettata, ma anche promossa con una votazione a scrutinio segreto». Il riferimento è ovviamente rivolto al destino del ddl Cirinnà, quello sulle unioni civili.

Stamani lo stesso Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, è stato costretto a correggere il presidente della Cei: a proposito del voto segreto Renzi ha spiegato che "lo decide il Parlamento, e lo dico con stima per il cardinal Bagnasco, e non la Cei". L'ingerenza del 'numero uno' della Conferenza episcopale italiana non è stata molto apprezzata nemmeno all'interno della stessa. Proprio il segretario di quest'ultima, monsignor Nunzio Galantino, s'è espresso ben diversamente. "Vale quello che ho detto l'altro giorno - ha precisato -, per rispetto del Parlamento e delle istituzioni preferisco non parlare".

Un atteggiamento completamente diverso da quello di Bagnasco: a conferma delle diverse anime che si muovono all'interno delle mura vaticane. Non certo che questo sia un mistero, sia chiaro, ma stupisce sempre un pò sentire le reazioni della politica, a volte indignate, ma altre invece flebili o poco presenti. Eppure stiamo parlando di uno stato laico, l'Italia, dove il Vaticano è sicuramente forte e la tradizione cristiana 'intrecciata' alla nascita ed alla crescita della Repubblica, ma che è pur sempre un territorio dove da parecchio tempo coesistono professioni religiose differenti.

La laicità non è un valore che si possa mettere in un angolo, per mille ragioni. Non la possiamo negoziare. Ci è di conforto il Presidente del Senato, Pietro Grasso: "Mi pare che si possa dire - ha dichiarato - che io rispetto tutte le opinioni nel merito, ed è giusto che ognuno le possa esprimere; c'è la libertà di espressione. Però sulle procedure penso che ci sia la prerogativa delle istituzioni repubblicane di decidere". Per fortuna che sulla legge, che è in discussione a Palazzo Madama, toccherà proprio a Grasso decidere: al contrario di quanto pensa Bagnasco, per gli elettori sarebbe molto interessante sapere chi voterà e che cosa.