Tempesta diplomatica fra Russia e Gran Bretagna: secondo la giustizia di Londra Putin ha “probabilmente” approvato l’uccisione di Litvinenko

Tensione diplomatica alle stelle fra Gran Bretagna e federazione Russa dopo le conclusioni di un giudice britannico che accusano lo Stato russo di aver ordinato l'assassinio dell'ex spia del Kgb Alexander Litvinenko morto in ospedale londinese dopo una terribile agonia. Nel documento finale dell'inchiesta pubblica infatti, il magistrato istruttore Robert Owen afferma di aver raccolto "prove che stabiliscono chiaramente la responsabilità dello Stato russo nella morte di Litvinenko", avvelenato con il polonio-210, sostanza radioattiva estremamente tossica e quasi impossibile da rintracciare, più di nove anni fa a Londra. Il giudice aggiunge che "l'operazione del FSB (il servizio segreto russo, successore del Kgb) fu probabilmente approvata da Patrushev (Nikolai Patrushev, allora capo dell'Fsb) e di conseguenza anche dal presidente Putin". Mosca ha subito bollato l'inchiesta come "politicamente pilotata" e priva di "trasparenza". Per il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, "forse è uno scherzo" o "probabilmente può essere attribuita al fine senso dell'umorismo britannico". "Una pseudo-indagine" in grado "di avvelenare ulteriormente le relazioni bilaterali" tra Londra e Mosca già abbastanza tese. Ma il governo britannico che sembra aver sposato le conclusioni del giudice, ha convocato l'ambasciatore russo a Londra e il ministro degli Interni Theresa May ha annunciato il congelamento dei beni dei presunti esecutori del delitto, Andrei Lugovoi e Dmitri Kovtun. Le conclusioni del giudice "che l'assassinio dell'ex agente del KGB Alexander Litvinenko è stato autorizzato al massimo livello dello Stato russo sono estremamente allarmanti" ha spiegato la portavoce del premier David Cameron. "Non è un modo di comportarsi, ancora meno per un Paese che è membro permanete del Consiglio di Sicurezza dell'Onu" ha proseguito. Litvinenko aveva 43 anni, era fortemente critico nei confronti di Putin e aveva lasciato la Russia sei anni prima del suo omicidio. L'ex agente segreto è morto dopo aver bevuto del tè verde in cui era stato versato il polonio-210 - una sostanza radioattiva che si trova nell'uranio - che ha causato la sua morte. La polizia britannica ha chiesto da tempo l'estradizione di Lugovoi e Kovtun per giudicarli, ma Mosca ha sempre rifiutato di concederla. La vedova di Litvinenko, Marina, ha chiesto a Londra di andare oltre e imporre "sanzioni economiche mirate" alla Russia e "la revoca dei visti per Patrushev e Putin". Se da un lato le prove raccolte sembrano effettivamente indicare delle responsabilità precise, quello che riamane oscuro è il movente dell'omicidio, il semplice fatto che Litvinenko avesse iniziato una collaborazione con i servizi segreti britannici non sembra infatti una motivazione sufficiente per arrivare ad un omicidio  soprattutto con quelle modalità, infatti  non si capisce perchè gli agenti russi abbiano utilizzato un sistema così sofisticato e riconducibile alle loro capacità "nucleari" quando avrebbero potuto risolvere il "caso" con un semplice colpo di pistola. C'è il dubbio che s sia voluto dare un segnale di natura diversa proprio a servizi britannici,  un segnale di cui sarà impossibile conoscere natura e significato, perchè rimarrà custodito nella memoria indecente dei due servizi segreti.  Per quanto riguarda la tempesta diplomatica questa è ovviamente destinata a sgonfiarsi abbastanza presto, impossibile infatti pensare a scenari che vadano oltre la semplice protesta diplomatica fra le parti. Verrà ala massimo utilizzata dagli inglesi in funzione mediatica anti Putin al bisogna, pronta ad essere dimenticata quando prevarrà una  "ragion di Stato" che lo richiederà.