L’Italia ripartirà, parola di Cassa depositi e prestiti

Il consiglio di amministrazione della Cassa depositi e prestiti ha approvato un piano industriale quinquennale (2016-2020) che stanzia 160 miliardi di euro per la crescita del paese. A questa cifra si aggiungono altri 100 miliardi tra fondi nazionali ed esteri, pubblici e privati che portano il monte disponibile a ben 265 miliardi di euro.

Tali risorse, secondo le dichiarazioni di Cdp dovrebbero servire a "colmare il gap infrastrutturale del Paese". In particolare 24 miliardi (cifra in cresita del 23% rispetto al precedente piano quinquennale) per la realizzazione di reti fisiche e digitali, nodi infrastrutturali strategici come porti ed aeroporti e l'ammodernamento delle infrastrutture esistenti.

Il piano favorisce l'ingresso dei finanziamenti privati e l'accesso al mercato dei capitali attraverso specifici strumenti (azionari o obbligazionari) per lo sviluppo di piccole infrastrutture e la partecipazione a fondi infrastrutturali nazionali e internazionali nazionali e internazionali.

Decisamente più rilevanti le risorse messe in campo a sostegno delle imprese: 117 miliardi (+73%) con interventi a tutto campo: venture capital, innovazione, internazionalizzazione e rilancio. Cdp, in sintesi, potenzierà il suo ruolo primario di operatore favorendo la nascita di start-up, e potenzierà l'azione a sostegno dell'innovazione e dello sviluppo delle imprese.

Un posto di particolare rilievo è stato assegnato al turismo, considerato come "settore chiave dell'economia". Oltre alla valorizzazione del patrimonio immobiliare pubblico, infatti, è previsto un contributo allo sviluppo del mercato immobiliare italiano attraverso la realizzazione di processi di riqualificazione e sviluppo di aree considerate strategiche per il paese. Per il turismo, in particolare, si valorizzeranno le strutture ricettive attraverso uno stanziamento di 3,8 miliardi (+110%).

Scopo di questo piano, conclude il ministro dell'economia, Carlo Padoan è quello di rinforzare la attuale ripresa trasformandola da ciclica a strutturale. Obiettivo senza dubbio ambizioso (quello della crescita continua); sarebbe già un bel risultato quello di ottenere un consolidamento della attuale (timida) ripresa. Viste le risorse messe in campo (o per meglio dire annunciate), c'è da sperare che questo primo, minimale, obiettivo non sia davvero irrangiunbile. Anzi.