1280px-El_Greco_(Domenikos_Theotokopoulos)_-_Laocoön_-_Google_Art_Project

Eventi a Vicenza e Toledo per celebrare i 400 anni dalla morte di El Greco

Affatto religioso, adultero, disinteressato alla famiglia "abbandonata" a Creta, spendaccione, godereccio e presuntuoso. Egocentrico in modo parossistico, e morto senza voler benedizioni all'anima sua. Questo è il ritratto a sommi capi di Doménikos Theotokópoulos, alias El Greco, il grande artista rinascimentale. Ma è anche la descrizione, a sommi capi, di molti uomini di talento. Insomma: tutto uguali gli artisti destinati alla storia, genio e sregolatezza. Gente umanamente antipatica, tutto sommato, ma artisticamente divina.

Controverso, approdato all’arte sacra controvoglia e determinato a sovvertire ogni regola. Presuntuoso in modo sconcertante, tanto da proporre al Papa di cancellare il Giudizio Universale di «quel Michelangelo che non sa dipingere». Ma ad essere oscurato infine fu proprio lui, incompreso con quei contrasti chiaroscurali forti e accesi alla maniera spagnola; colori acidi, proiettati al futuro, quasi espressionisti, che poco convinsero, anzi quasi infastidirono il gusto del tempo e il committente Filippo II.

Ma i difettacci del carattere di El Greco si perdonano eccome; si perché l'artista, incompreso o no che fosse all'epoca, a 400 anni dalla sua morte "dannata", a Toledo nel 1614, ci ha lasciato in dono delle meraviglie. Ecco che in occasione dell'anniversario, un'esposizione fotografica restituisce un capitolo molto importante, ma altrettanto poco conosciuto, dell'attività artistica del grande pittore rinascimentale: il suo lavoro come architetto nell'arte del retablo, ovvero nella progettazione di altari. L'evento sarà inaugurato venerdì 27 febbraio alle 18 a Vicenza, nelle sale del Palladio Museum e durerà fino al 14 giugno. 2201grec

El Greco, formatosi prima a Creta e poi a Venezia e Roma, nel 1577 si trasferì a Toledo. Nella città spagnola il sistema di produzione delle immagini era ben diverso da quello italiano e l’artista realizzava non solo i dipinti ma anche i grandi altari che li incorniciavano, i retablos appunto. Insieme al figlio Manuel, si occupò dell'’intaglio dell'’assemblaggio e della doratura degli elementi architettonici per le pale.
A Toledo El Greco si fece notare per lo stile personale, per un particolare gusto nell'’uso dell'’oro brunito, eredità dei primi anni di formazione trascorsi a Creta. Le architetture di avanguardia conosciute durante i soggiorni a Venezia e Roma (in particolare quelle di Andrea Palladio e di Michelangelo) furono reinterpretate da El Greco e adattate agli usi e ai modi dell’'architettura spagnola e soprattutto di Toledo.
"El Greco architeto de retablos / architetto di altari" vuole mostrare il ricco e complesso dialogo tra i dipinti di El Greco e le loro “cornici”: da intendersi non limitatamente agli altari che li contenevano ma anche alle architetture in cui questi erano inseriti.

Joaquín Bérchez, grazie alla sua peculiare strategia fotografica e a un uso sofisticato del particolare e del frammento, ci svela la profonda conoscenza del linguaggio architettonico utilizzato da El Greco nei suoi retablos e i valori plastici che lo definiscono. Aspetto, quest'’ultimo, inedito e poco noto della poliedrica personalità artistica dell'artista rinascimentale.
Bérchez è uno dei più noti storici dell'’architettura spagnoli ma da molti anni è anche un fotografo professionista. I due aspetti si armonizzano: per Bérchez la fotografia è uno strumento di narrazione e di creazione visiva dell'’architettura e del paesaggio.
Le fotografie di Bérchez sono state esposte in numerose città spagnole e in diverse gallerie internazionali.

el_greco_pieta_2Ma tornando ai 400 anni dalla morte di El Greco, chi volesse intraprendere un viaggio un po' più lungo, fino al 14 giugno in Spagna ci sarà un'esposizione senza precedenti. A Toledo, a un’ora di strada da Madrid, si potranno ammirare 76 opere nel Museo di Santa Cruz, altre 33 sparse tra due chiese, un convento, un ex ospedale e la Cappella di San José aperta al pubblico solo per l’occasione. Inoltre altre 17 opere al Museo El Greco vero e proprio. Insomma, arriveranno nella Penisola prestiti da tutto il mondo per un complessivo patrimonio di 125 tra tele e pale d’altare. Tesoro artistico che, secondo alcuni inventari, sarebbe meno della metà della produzione dell’artista.

E se nel 1614 questo straniero cocciuto non volle alcuna messa funebre, nel 2015 altrettanto cocciuti posteri lo ricorderanno il 7 aprile, giorno della morte, facendo suonare all'unisono un requiem dalle campane di Toledo.