Mentre l'economia Usa viaggia a gonfie vele, quella Russa (storico antagonista nello scacchiere mondiale delle superpotenze) arranca sempre di più. Il premier Putin, alla stregua di quanto fatto in tempi recenti dalla Grecia di Tsipras, è alla ricerca di alleati con cui rafforzare la propria leadership geopolitica.

Per ottenere i suoi scopi, Putin non esita a fare un largo uso strumentale delle immense risorse energetiche del suo paese: gas in primis, ma anche petrolio.  Questo ultimo, per esempio, sembra sia utilizzato come elemento di scambio per un "passaggio segreto" per le spedizioni in Asia di petrolio con l'Iran.  La Russia non ha accesso a rotte di navigazione oceaniche al di là del Pacifico e dell’Artico al contrario dell’Iran che invece ha un migliore accesso attraverso i suoi porti sul Golfo Persico.

Secondo rumors pubblicati su Oilprice.com, infatti, questa operazione "top secret" darebbe alla Russia la possibilità di accedere al Golfo Persico, con nuove rotte possibili per il futuro del transito del greggio russo.   Con questa operazione Putin mira a ridurre i danni economici derivanti dal calo del prezzo del petrolio e dalla svalutazione galoppante del rublo.

La Russia ha subito di recente una grossa svalutazione del rublo e ancora oggi soffre di una situazione recessiva causata principalmente dal calo dei prezzi del greggio sommata alle sanzioni della comunità occidentale per la guerra in Ucraina. Infatti ben il 70% delle esportazioni del Paese dipendono dalla vendita all’estero del petrolio e il tonfo dei prezzi di questo ha portato il Paese di Putin sull’orlo del baratro.