Uranio, accertato dalla Commissione parlamentare d’inchiesta il “nesso causale” con le malattie dei militari

Presentata la relazione finale della Commissione parlamentare d’inchiesta sull'uranio impoverito. Il risultato non è una sorpresa per chi nel tempo si è occupato delle vicende. In sostanza è stato accertato che esiste un nesso di causalità tra "l'accertata esposizione all'uranio impoverito e le patologie denunciate dai militari". È una delle conclusioni a cui è arrivata la commissione parlamentare sull'uranio impoverito, presieduta dal deputato sardo Gian Piero Scanu, parlamentare del Pd, che forse anche a causa del fatto di aver indagato in maniera puntuale tanto da criticare anche il governo in carica, non è stato ricandidato. Eppure sono migliaia i casi di militari deceduti o ammalati per patologie absesto-correlate solo in Marina secondo il rapporto sono millecento. Sarebbero queste le “sconvolgenti criticità” scoperte nel settore della sicurezza e della salute sul lavoro dei militari “in Italia e nelle missioni all’estero” dalla Commissione parlamentare d’inchiesta sull’uranio impoverito. La relazione finale è stata approvata con 10 voti favorevoli e la contrarietà di Mauro Pili (Gruppo Misto) ed Elio Vito (Forza Italia). Deputati e senatori, guidati non a caso dal presidente Gian Piero Scanu, sardo che ben conosce i dati sconvolgenti relativi ai poligoni presenti in Sardegna, hanno ricostruito quanto è avvenuto e avviene ancora nelle Forze Armate italiane. I risultati sono imbarazzanti per i vertici militari e il Governo. La commissione, "grazie alle penetranti metodologie investigative adottate, ha scoperto le sconvolgenti criticità che in Italia e nelle missioni all'estero hanno contribuito a seminare morti e malattie tra i lavoratori militari del nostro Paese" così si legge nella relazione finale di Scanu. "Un'opera a maggior ragione preziosa, ove si tenga presente che malauguratamente non appaiono sistematici gli interventi della magistratura penale a tutela della sicurezza e della salute del personale dell'Amministrazione della Difesa. Il risultato è devastante".
La relazione è dura anche nei confronti del ministero: "Nell'amministrazione della Difesa continua a diffondersi un senso d'impunità quanto mai deleterio per il futuro, l'idea che le regole c'erano, ci sono e ci saranno, ma che si potevano, si possono e si potranno violare senza incorrere in effettive responsabilità. E quel che è ancora peggio, dilaga tra le vittime e i loro parenti un altrettanto sconfortante senso di giustizia negata", è scritto nel documento finale firmato da Scanu.
Bisogna ricordare che anche il Fvg la presenza di poligoni di tiro ed aree di addestramento ad uso anche Nato hanno provocato un inquinamento pesante da componenti anche radioattivi per anni negato.