NEMICI DI IERI, ALLEATI DI OGGI OBAMA IN VIETNAM COME A CUBA

 

Nemici di ieri, alleati di oggi. Obama in Vietnam come a Cuba dopo la mediazione di Papa Francesco. Gli affari la molla, la cortesia il contorno, anche se non il trionfo dell'Avana. Questa la sintesi della visita di Barack a 41 anni da quel 25 aprile 1975 in cui gli yankees si ritirarono sconfitti dopo 20 anni esatti di guerra da Saigon, adesso diventata Ho Chi-minh City in onore del Padre della Patria, colui che col generale Giap e i suoi vietcong vinse prima i francesi e poi gli americani.
Le ragioni di questa differenza rispetto all'Avana sono molteplici. Innanzitutto la data della visita, domenica 22, il giorno delle elezioni presidenziali che hanno confermato l'incontrastato dominio dei comunisti. Uno sgarbo, poco diplomatico.
Poi i diversi sentimenti verso gli Usa dei cubani e dei vietnamiti. L'ho constatato personalmente durante le visite che ho fatto di recente nei due Paesi. I primi han sempre considerato gli States come l'Eden cui tendere per una vita migliore e quindi hanno accolto con entusiasmo la mediazione di Papa Francesco dopo decenni di contrasti, ma mai armati. I secondi o han subìto la tragedia della lunga guerra o ne han sentito parlare dei genitori.
Sì, fumano le Marlboro e son patìti dell'Iphone. Come dire che 'hanno l'America nelle tasche'. Esattamente come in garage hanno i motorini Ciao della Piaggio, che nell'ultimo decennio han sostituito le biciclette che un tempo invadevano e strade di tutte le città, in particolare della capitale Hanoi.
Il Paese delle risaie e della malaria è profondamente cambiato: adesso ha 900 milioni di abitanti e una posizione chiave nella mappa geo-economica del Pianeta. Poco lontano dalle sue coste transita infatti la metà del flusso commerciale mondiale e il 60% dell'export Usa.
Alla fine del secolo scorso il valore delle relazioni commerciali tra Washington e Hanoi era pari a 500 milioni di dollari, ora ne vale 35 miliardi. Attira gli americani, in particolare, la conveniente manifattura vietnamita dove lo stipendio di un operaio non arriva a 100 dollari al mese e che fornisce il 34% di tutti i capi di abbigliamento venduti nelle città Usa.
Ma per la Casa Bianca il Vietnam rappresenta anche un primo e pregiato pezzo di partenza per dare sostanza allo spostamento del suo baricentro politico-economico dall'Atlantico e dal Mediterraneo al Pacifico, un'area vitale per i suoi affari anche se in aperta contesa sia con la Russia sia con la Cina. Un gesto di apertura in questo contesto è stata la revoca, dopo 50 anni, dell'embargo sulle forniture militari al Vietnam.

AUGUSTO DELL’ANGELO

Augusto.dell@alice.it