Nave ong Lifeline soccorre migranti a largo Libia. Salvini: vada in Olanda. Poi rifiuta di dare soccorso ad altri naufraghi in difficoltà

Si rischia un replay del caso dell'Aquarius, infatti la nave della Ong tedesca Lifeline (che batte bandiera olandese) è intervenuta in soccorso di circa 400 migranti a bordo di un gommone a largo delle coste libiche. I soccorritori della ong hanno chiesto aiuto alla guardia costiera italiana o a qualche mercantile che incrocia in zona. Ma nonè ancata l'immediata voce “social” del ministro degli inteni italiano Matteo salvini: "Questo carico di esseri umani ve lo portate in Olanda, fate il giro un po' largo", ha detto su Facebook Matteo Salvini. Le navi "di queste pseudo-ong non toccheranno più il suolo italiano", ha aggiunto. La Lifeline è intervenuta in acque Sar (Ricerca e soccorso) libiche in soccorso di alcuni gommoni carichi di persone ed è proprio la guardia costiera di Tripoli a coordinare l'operazione. Una motovedetta è stata inviata sul posto. "Ci aspettiamo - dicono dalla ong - comportamento professionale e che le forze libiche rispettino la legge internazionale".

Nel suo intervento, il ministro dell'Interno ha sottolineato come "questa nave battente bandiera olandese contravvenendo a tutte le regole e leggi, essendo una nave fantasma, ha spento le strumentazioni di bordo, ha caricato a bordo 224 clandestini su gommoni partiti dalla Libia in acque libiche. La Guardia costiera italiana ha scritto 'non muovetevi, ci pensano le autorità libiche'; la Guardia costiera libica ha scritto 'non muovetevi, ci pensiamo noi'. Ma questi disgraziati, anche mettendo a rischio la vita dei migranti su quei gommoni, non ha ascoltato le autorità libiche e italiane ed è forzosamente intervenuta per caricare il prezioso quantitativo di carne umana a bordo. Perché sono buoni? Lasciatemi il dubbio che lo fanno per interesse, perché se fossero buoni, con le motovedette libiche lì nei pressi, non sarebbero intervenuti". "Ora - ha proseguito il ministro - questa nave di pseudovolontari batte bandiera olandese. Abbiamo scritto all'ambasciatore olandese, in ogni caso questa nave l'Italia la vede solo in cartolina, le regole se ci sono vanno rispettate, non si mettono a rischio le vite umane". Quello di oggi non è il primo scontro in merito alla vicenda migranti tra il ministro Salvini e l'ong Lifeline. Lo scorso 16 giugno, infatti, il leader leghista aveva già invitato la nave tedesca a portare le persone che aveva recuperato in porti diversi rispetto a quelli italiani. La nave era intervenuta in soccorso di 118 persone a bordo di un gommone in difficoltà. "Sappiano che l’Italia non vuole più essere complice del business dell’immigrazione clandestina, e quindi dovranno cercarsi altri porti (non italiani) dove dirigersi", aveva dichiarato su Facebook il ministro Salvini. "I fascisti ci fanno propaganda", ha poi risposto la Ong su Twitter con un post successivamente cancellato. Una questione in cui era intervenuto anche il ministro Toninelli che aveva invitato l'Olanda a ritirare le sue navi.

Oltre a quelli soccorsi dall'Ong di bandiera olandese, Salvini fa sapere che "ad ovest della Libia, a 18 miglia dalla costa, sono segnalati altri due gommoni con altri disperati a bordo. Hanno chiamato la guardia costiera italiana. Ma se ci sono imbarcazioni in difficoltà al confine tra Libia e Tunisia non si capisce perché deve intervenire la Guardia costiera italiana che sta più a nord e sta molto lontana". "Abbiamo scritto - ha informato il ministro - chiedendo l'intervento delle autorità tunisine. Se i libici non possono esserci perché stanno litigando con questa pseudo-ong Lifeline, intervengano allora i tunisini o i maltesi che sono più vicini. Atteggiamento cattivista o egoista? No, se si vuole dare un taglio al business dell'immigrazione clandestina, bisogna far capire che i taxi del mare si fermano. Vogliamo stroncare la mafia dell'immigrazione clandestina che arricchisce pochi delinquenti causando migliaia di vittime". Insomma una situazione che speriamo non provochi vittime fra i naufraghi che in quanto in pericolo di vita non dovrebbero essere oggetto di scontro di competenze.