IMMOBILI ALL’ESTERO: DEPUTATO FARINA INTERROGA GENTILONI

“Evitare di ripetere a Lucerna l’errore compiuto con la Casa d’Italia di Locarno (Svizzera)”. È l’allarme che lancia Gianni Farina, deputato Pd eletto in Europa, secondo cui “occorre fare chiarezza sulla strategia del Ministero degli Affari Esteri circa la gestione dei beni immobili posseduti in tutto il mondo dallo Stato italiano”. Per questo il deputato ha presentato una interrogazione al Ministro degli Esteri Gentiloni.
“Da quanto si ricava dall’elenco pubblicato sul sito del Ministero degli Esteri, la cui responsabilità gestionale è affidata ai Consolati italiani che sovrintendono nelle rispettive Circoscrizioni consolari, il patrimonio del Ministero degli Esteri conta nel mondo oltre 280 immobili (aggiornati al 31 dicembre 2015)” si legge nel testo presentato ieri, 28 settembre, alla Camera.
“Al 31 dicembre 2015 il patrimonio immobiliare dello Stato aveva un valore di libro di poco sotto i 60 miliardi di euro: oltre 45mila beni censiti, 31.766 fabbricati e 13.631 aree, che valgono rispettivamente 54,7 e 4,67 miliardi (sono i dati che emergono dalla piattaforma OpenDemanio che l'Agenzia ha lanciato online. Manca la stima del valore dei beni ubicati all’estero. Perché? Per effetto delle modifiche introdotte dalla legge7 agosto 2012, n. 135 - sottolinea Farina - è stato assegnato all’Agenzia per il demanio il ruolo di centrale di committenza per l’individuazione degli operatori a cui affidare l’esecuzione di tutti gli interventi manutentivi sugli immobili, con la sola eccezione di quelli ubicati all’estero riguardanti il Ministero degli Affari Esteri”.
Farina torna su questo argomento per il caso della Casa d’Italia di Lucerna, dopo la recente vendita all’asta delle Case d’Italia di Locarno e Bellinzona.
“L’asta pur essendo uno strumento di prevenzione della corruzione - ricorda - all’articolo 1 recita che l’amministrazione si riserva anche di annullare, sospendere o revocare, secondo la normativa vigente, la procedura d’asta in ogni fase. Nel caso di Locarno non si è voluto ricorrere all’art. 1 dell’asta sebbene il Municipio di Locarno avesse chiesto la sua sospensione per permettere all’autorità comunale di predisporne l’acquisto nel rispetto nelle normative locali”.
Lo stesso caso di Locarno si sta verificando con la messa in vendita della Casa d’Italia di Lucerna, ex sede dell’Agenzia consolare, la cui proprietà dello Stato risale al 1939, grazie ad una partecipazione finanziaria della comunità italiana di ben oltre 60 mila franchi dei 158 mila totali. “Come si legge sul sito del Mae - aggiunge il deputato del Pd - la scadenza della concessione della Casa d’Italia di Lucerna è prevista per il 1 gennaio 2017, ragione per cui si coglie tale data per metterla in vendita onde evitare il rinnovo della concessione”.
Oltre a porre il tema di una “maggiore trasparenza della gestione e del valore complessivo dei beni all’estero”, Farina chiede al Ministro se “intenda rinnovare la concessione alla Fondazione della Casa d’Italia di Lucerna per permetterle di tenere fede agli impegni assunti con l’utenza, alle iniziative in calendario e ai programmi sociali allestiti, nel rispetto della missione per la quale è stata costituita;se intenda predisporre un piano di dismissione degli immobili al fine di permettere a soggetti italiani di organizzarsi per partecipare alle Aste” e, infine, “se intenda favorire la trattativa privata nell’eventuale vendita degli immobili -Lucerna in primis - gli attuali locatori come sancisce l’articolo 1 delle Aste, per assicurarne la continuità di pubblico servizio”.