HITLER: I CONTI CON LA STORIA NON SI POSSONO SALDARE COSI’

Pia illusione quella dell'Austria. Assurdo pensare che i pesanti conti con la Storia si possono saldare, quasi un secolo dopo, demolendo la casa natale del responsabile di quello scempio per evitare i continui pellegrinaggi dei nostalgici. Il Governo di Vienna, alle prese con l'organizzazione del replay delle elezioni per il Presidente della Repubblica (il 4 dicembre, lo stesso giorno del referendum sulle riforme in Italia), anziché concentrarsi per cancellare la vergogna dell'annullamento del primo voto (schede inviate per posta che si aprivano per la colla difettosa), ha trovato il tempo per emanare un decreto che farà radere al suolo la casa in cui Adolf Hitler vide la luce il 20 aprile 1889 a Braunau, cittadina di 17 mila abitanti nell'Alta Austria.
Obiettivo è quello di far finire i continui pellegrinaggi dei nostalgici del nazismo. E' vero: proprio qui è nato il nefasto antisemitismo. Ma la soluzione è soltanto di facciata: politicamente, infatti, se si confermeranno i sondaggi che danno in testa gli eredi del carinziano Haider (Ultra-Destra), è molto più pericolosa e attuale la corsa alle urne dei filo-hitleriani.
Assurdo: è come se in Italia si decidesse di far lo stesso con la casa natale di Mussolini a Predappio, in Spagna con quella di Francisco Franco e in Francia con quella del collaborazionista Pétain invece di dedicarsi al ridimensionamento politico dei loro 'eredi'. E poi oltre 70 anni dopo… Non potevano pensarci prima?
Tornando all'Austria, la decisione per Braunau è stata paradossalmente presa proprio nei giorni in cui in Austria è uscita nelle librerie una nuova edizione del “Mein Kampf”, due volumi di grande formato che pesano 5 chili e che sono stati tradotti in molte altre lingue.
La casa dove nacque Hitler e che ora non si vuol trasformare in “luogo della memoria neonazista” fu acquistata nel 1938 (subito dopo l'”Anschluss” dell'Austria alla Germania) da Martin Bormann, gerarca vicino al Fuhrer: la comprò dalla famiglia che ne era proprietaria da due secoli. Dopo la guerra ne tornò in possesso e la diede in affitto.
Ma soltanto fino a 5 anni fa perché, necessitando di grossi e costosi lavori di ristrutturazione, nessuno aveva i soldi per farla. Da allora subentrarono lo Stato e il Comune di Braunau che pagano alla proprietaria 4.700 euro al mese. Questo per evitare che la casa finisse nelle mani di qualche esponente dell'estrema Destra austriaca o tedesca.

AUGUSTO DELL’ANGELO

Augusto.dell@alice.it