GOLPE DEL SULTANO TURCO CHE ORA BUSSA ALL’EUROPA

Il sultano turco Recep Tayyip Erdogan domenica ha completato l'opera clonando la dittatura del vicino egiziano, Al-Sisi. Si è infatti fatto nominare Presidente a vita e, per giungere a questo risultato, ha fatto fuori il Premier Ahmet Davutoglu che lo aveva servito fedelmente per un decennio. Ma ha 'avuto il torto' di non approvare la sua svolta autoritaria.

E noi ci fidiamo di questo 'figuro'… Gli passiamo milionate di euro in cambio della promessa di frenare l'esodo dei profughi lungo la rotta balcanica. E intanto lui bombarda le postazioni dei curdi, che sono gli unici a combattere l'Isis. Non basta: ora chiede all'Ue di ammettere nella Comunità i cittadini turchi senza bisogno del visto. Dulcis in fundo: vorrebbe che la Turchia entrasse a far parte a pieno titolo dell'Europa unita.
Sarebbe un errore fatale, come quello compiuto oltre 10 anni fa quando concedemmo il 'pass' alla Romania. E ora piangiamo sul latte versato dato che la stragrande maggioranza dei reati commessi da noi sono opera dei rom…
Ma il Sultano non ha mezze misure: infatti ha fatto approvare a grandissima maggioranza dai suoi (evitando così lo scoglio del referendum) una legge che revoca l'immunità ai parlamentari sotto inchiesta. Si tratta di ben 130 politici contrari alla linea di Erdogan che ora rischiano l'arresto in quanto sostenitori del Pkk, il partito curdo grande nemico del leader di Ankara.
Fortunatamente l'ennesima stretta autoritaria di Erdogan non è passata sotto silenzio in Germania, il Paese che da anni ospita più turchi in Europa. E infatti la Cancelliera Angela Merkel è volata ieri d'urgenza in riva al Bosforo per avere delucidazioni sulle future mosse del Sultano.
Il quale, proprio il giorno prima, al Congresso del suo partito, aveva fatto nominare Premier e leader dell'Akp il fedelisssimo Binali Yildirim, ministro dei Trasporti e grande sostenitore del presidenzialismo.
Comunque sia, le ultime decisioni di Ankara rappresentano una pietra tombale sulla speranza di riavviare il processo di pace con la minoranza curda che si era fermato nel luglio 2015 dopo una tregua di due anni e mezzo.

AUGUSTO DELL’ANGELO

Augusto.dell@alice.it