FESTA GRANDE NEL SALVADOR: INTERO GIORNO SENZA OMICIDI

Dopo tanta mattanza e una violenza ormai cronica, è festa grande in Salvador. Infatti, per la prima volta in molti anni, la cronaca nera del 12 gennaio non ha dovuto registrare neppure un omicidio in un Paese insanguinato dalle guerre fra bande, che qui chiamano “maras” e sono dedite specialmente alle estorsioni. Nate a Los Angeles negli Anni Ottanta per iniziativa di immigrati salvadoregni, oggi, con oltre 50 mila adepti in Centro America e 10 mila negli Usa, sono considerate dall'Fbi le più pericolose band di strada.
Sono oltre 70 mila i membri delle diverse “maras” del Salvador: di questi, 60 mila sono in strada e 10 mila nelle carceri. Sono presenti in 247 dei 262 Comuni del Paese e hanno un controllo capillare del territorio. Due anni fa è stato registrato il picco di 104 omicidi ogni 100 mila residenti, record mondiale per un Paese non in guerra.
Fa male constatare che questo triste primato riguarda proprio quello che fu l'approdo delle tre caravelle di Cristoforo Colombo, che nel 1492, con la scoperta dell'America, segnò una delle più importanti svolte della storia dell'umanità.
L'anno scorso il numero delle uccisioni è crollato del 20%, anche grazie all'offensiva militare lanciata dal Governo contro le “pandillas”: una media ancora altissima, comunque scesa a 81,2 assassinii ogni 100 mila abitanti.
E adesso, appunto, il clamoroso zero che ha originato la gran festa, frutto del rigore delle autorità, ma anche di una relativa tregua fra le gang.
I giornali e le tv non sono più costretti a occuparsi di delitti. Magari fosse così anche in Italia, dove non si può aprire un quotidiano o un apparecchio televisivo senza rabbrividire di fronte a efferati fatti di sangue. Da Cogne a Erba, dai genitori uccisi a Novi Ligure a quelli massacrati di recente nel Ferrarese dal tandem di amici sedicenni . Senza parlare dei massacri per i regolamenti di conti fra le varie organizzazioni criminali, mafia, camorra, ndrangheta, Sacra corona unita.
A suo tempo, Mussolini chiedeva ai giornalisti di non trattare con eccessivo rilievo argomenti così sanguinosi. Anche se con uno spirito diverso, oggigiorno pure Fiorello chiede giustamente la stessa cosa.

AUGUSTO DELL’ANGELO
Augusto.dell@alice.it