Farnesina latitante, Europa grande alibi

Le guerre sono vicine, ma la nostra politica estera è lontana. La Farnesina è latitante e si nasconde dietro un grande alibi, l’Europa. Che a sua volta balbetta . Come l’Onu. Si tratti della Libia e dell’immigrazione clandestina, per cui affidiamo all’Egitto il ‘lavoro sporco’. Oppure di Putin e del fatto che il nuovo Zar si è fatto, a danno dell’Ucraina, un bel boccone della Crimea. Giustamente qualcuno ha ricordato che il suo attivismo imperiale e la sua azione destabilizzatrice ci fa ripensare a quel che fece Adolf Hitler con i Sudeti alla fine degli Anni Trenta. Bruxelles è come l’Italia: non ha una vera politica estera e al massimo si spinge a un ‘minimo sindacale’, per salvare la faccia. Ecco le sanzioni contro il Cremlino, col risultato che spesso si risolvono in un boomerang danneggiando le nostre esportazioni. In Italia l’assenza decisionale della Farnesina (dalla Mogherini, trasbordata all’Ue, a Gentiloni ) si è aggravata negli ultimi tempi. Anche per il bavaglio imposto da Renzi (bisogna mediare sotto l’ombrello Onu) che ha tacitato i ministri degli Esteri e della Difesa, pronti a infilarsi l’elmetto contro la Libia. E questo avviene mentre stanno saltando tutti i confini disegnati nel Novecento, alcuni Stati sono in via di disfacimento o di estinzione, dalla sponda mediterranea di fronte a noi al Medio Oriente allargato. Gravissimo perché alle nostre porte, o poco oltre, si stanno verificando veri e propri terremoti geopolitici, In particolare sulle rive del Mediterraneo dove stanno crollando i regìmi (in particolare in Libia, dove ci sono due Governi e due Parlamenti inconciliabili: quello di Tobruk riconosciuto dall’Occidente e quello filo-islamista di Tripoli). Non si può ignorare l’urto di masse conquistate dall’Islam radicale e il fatto che sta prendendo forma a macchia di leopardo una nuova entità: il cosiddetto Stato islamico, o Califfato che dir si voglia. Che ogni giorno minaccia di infiltrarsi in Italia tramite il flusso di immigrati. La latitanza della nostra politica estera non è cosa nuova, soltanto che adesso è più pericolosa. Un corpo diplomatico abituato a ritenersi una casta separata, abituato a parlare soltanto per scialbe frasi fatte, senza mai un’indicazione chiara.

Augusto Dell’Angelo

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