Emergenza sanità prossima ventura: In cinque anni 14 milioni di italiani saranno senza medici famiglia. In Fvg è già allarme pediatri

Della carenza di medici si era parlato qualche mese fa soprattutto con riferimento ai pediatri con una situazione definita paradossale, secondo la Federazione italiana medici pediatri, infatti, visto il tetto massimo di 1000 pazienti per medico, il 15 % dei nuovi nati non ha un pediatra assicurato. I dati raccontano che ad esempio nel 2015 sono andati in pensione 800 pediatri ospedalieri, ma dalle scuole di specializzazione ne sono usciti solo 280 in un anno. Insomma le scuole di specializzazione in cui si formano i nuovi pediatri, che sono finanziate con soldi pubblici, non riescono a coprire tutte le necessità dei reparti. Contemporaneamente molti laureati in medicina rimangono invece fuori dal percorso di specializzazione. Anche in Fvg la situazione non è rosea, causa pensionamenti a Trieste come a Udine, sarà probabile la corsa delle famiglie alla ricerca di una soluzione. Insomma è un contesto complessivo che non smarca il Friuli Venezia Giulia, da quello nazionale.
Stesso fenomeno ma di dimensioni decisamente più preoccupanti su scala nazionale riguarda il pensionamento previsto in 5 anni di ben 45.000 medici di famiglia o del Servizio sanitario nazionale. Allarme ancora maggiore a 10 anni: al 2028, infatti, saranno andati in pensione 33.392 medici di base e 47.284 medici ospedalieri, per un totale di 80.676. A lanciare l'allarme sono stati la Federazione medici di medicina generale (Fimmg) ed il sindacato dei medici dirigenti Anaao. I pensionamenti dei medici di famiglia "nei prossimi cinque-otto anni priveranno 14 milioni di cittadini di questa figura professionale" spiega all'ANSA il segretario nazionale della Federazione italiana dei medici di medicina generale (Fimmg), Silvestro Scotti. "Appare quasi ridicolo - sottolinea - assistere al fatto che nessuna forza politica che aspira a governare il Paese proponga e si impegni sul tema dell'assistenza territoriale" . "Nessun impegno della politica sulla criticità della mancanza di medici di base a breve, dunque - afferma Scotti - in un Paese che, per caratteristiche demografiche, avrà invece soprattutto bisogno di un'assistenza medica domiciliare e residenziale". "Per poter continuare a garantire ai cittadini italiani il diritto di essere curati tutti nello stesso modo devono essere garantiti investimenti economici sul numero e sulla qualità della formazione dei medici di medicina generale, sul personale sanitario e amministrativo nei nostri studi, sulle tecnologie - prosegue -. A questo punto, invece, la figura e la presenza del medico di medicina generale appare impotente per promuovere il vero cambiamento". "Chi vuole rottamare la medicina di famiglia si faccia dunque avanti a viso scoperto. Come medici - conclude il segretario Fimmg - ci sentiamo, insieme ai cittadini, le vittime di tanta superficiale approssimazione". Parole dure che fanno intendere che vi sia qualcuno che pensa di risolvere il problema magari con un ritorno al passato, magari "mutue private" e smantellamento del servizio sanitario nazionale. A rincarare la dose è il segretario del sindacato dei medici dirigenti Anaao-Assomed secondo cui La carenza di medici specialisti "interessa tutte le Regioni, con l'evidente paradosso per cui se, e quando, riapriranno i concorsi, mancheranno i medici da assumere". Secondo Costantino Troise, appunto il segretario del sindacato dei medici dirigenti Anaao-Assomed, i medici da assumere "mancheranno - afferma - perché saranno scappati all'estero, mentre per l'Italia si spalancheranno le porte del discount a cielo aperto che è nei Paesi dei Balcani, ove i medici locali aspettano con ansia di trasferirsi in cerca di redditi maggiori". Un Paese "senza medici - conclude Troise - un Paese senza sanità e sarà la possibilità di spesa a governare la scarsità dell'offerta professionale". Interviene nel dibattito anche il vice segretario nazionale Fimmg Fiorenzo Corti che lancia un ulteriore allarme: "La situazione in Lombardia è ancora più drammatica. Soprattutto nei piccoli centri i medici di famiglia mancano già, e da mesi. Con l'entrata in vigore dell'accordo integrativo regionale, firmato da tutte le organizzazioni sindacali della medicina generale pochi giorni fa, un medico di famiglia potrà in alcuni casi avere fino a 2000 assistiti, ma questo non sarà sufficiente. Ci auguriamo che il prossimo governo affronti il problema in modo serio. Nel frattempo - conclude - in campagna elettorale sembra che il nostro allarme non sia raccolto da nessuno".