A Torino si ricorda “Il giusto della vita”

Mario_LuziI poeti italiani ricorderanno Mario Luzi, nel decennale dalla scomparsa e lo faranno sabato 16 maggio, alle 17.30 in Sala Azzurra al salone del Libro di Torino.

«Sono passati dieci anni dalla morte di Mario Luzi e con il tempo viene in più chiara evidenza la necessità della sua opera e la generosità del suo magistero – osserva il poeta e scrittore Gian Mario Villalta - L’inquietudine della sua ricerca, la sincerità delle sue esitazioni, il limpido dettato dell’espressione raggiunta, hanno lasciato una scia luminosa che alimenta nel tempo la passione per la poesia di molti giovani e riscuote a distanza l’ammirazione di poeti di grande rilievo. Luzi ha esordito avvicinando gli orizzonti di ricerca più nuovi del suo tempo, e sempre ha cercato di sovvertire le sistemazioni semplici del mondo, le facili antinomie, appellandosi a una dimensione totale dell’esperienza poetica. La sua generosità verso gli altri poeti, anche giovanissimi o esordienti, è stata proverbiale; la sua attenzione per ciò che avveniva nel mondo della cultura, costante. Anche per chi percorreva sentieri poetici diversi, è sempre stato un punto di riferimento, una voce originale e sincera.  Tutto questo merita dunque un ricordo e, soprattutto, un omaggio, con un titolo che vuole strappare un sorriso (la rima!) e allo stesso tempo dare un giudizio non banale: Mario, mite rivoluzionario».

Ricorda, invece, il poeta Maurizio Cucchi: «Era la prima volta che mettevo piede a Firenze, e non ci andavo da turista, ma per conoscere Mario Luzi, non senza timore di esserne indegno. Era il 1971, se non ricordo male, e di quel primo incontro mi è rimasto impressa una frase, accompagnata da un gesto. Luzi mi disse: "La poesia deve pescare in fondo" e mosse il braccio e la mano verso il basso, per dare più forza a quella frase, così semplice e necessaria. Molto tempo dopo, nel 2004, ero andato a trovarlo per i suoi 90 anni. Nel frattempo il nostro rapporto era cresciuto, e da decenni ero fiero di essergli amico. Riuscì ancora a sorprendermi, a lasciarmi ammirato una volta di più per una grande, decisiva qualità che a quell'età era ancora perfettamente intatta: la vitalissima acutezza della mente, quell'incessante e verticale attività del pensiero che ha sempre animato la sua poesia, tutta la sua grande opera».

Davide Rondoni, scrittore che ha voluto questo incontro commemorativo, sottolinea: «Luzi maestro umile e alto di arte ha percorso il secolo della poesia e della sua riflessione in rapporto alle convulse vicende umane, senza cedere al dominio di scetticismi e disperanze. In consonanza sorprendente con alcune acquisizioni della scienza recente, il suo poetare sperimentatore aperto e interrogante ha tracciato il segno di una dura "rivoluzionaria" e creaturale letizia. Generando molti figli e nessun epigono».